Vado Ligure è un comune del savonese che si estende nel contesto della vallata del torrente Segno, tra Bergeggi e Savona.
Il comprensorio vadese è caratterizzato da diversi corsi d’acqua dalla portata più o meno importante tra cui spiccano:
L’entroterra, come per molti altri territori della costa ligure, presenta una fascia montuosa che arriva a sfiorare gli 800 metri, tra cui, come vetta di maggior rilevanza, dobbiamo citare la Rocca dei Corvi (792 metri).
In questo ambiente sono presenti numerosi terrazzamenti e coltivazioni, frutto del duro lavoro di generazioni e generazioni di liguri.
Quegli ardimentosi contadini che strappavano con fatica immane, strisce di terra resa fertile ai ripidi pendii dei colli, dove venivano (e talvolta vengono ancora) coltivati ulivi e viti.
Nelle zone con terrazzamenti ampi, vengono tutt’oggi coltivate pesche, albicocche e ciliegie rinomate.
Il villaggio di Vado è sorto intorno al II secolo a.C. come campo militare romano.
All’epoca, la località era nota come Vada Sabatia e rappresenta uno dei primi nuclei dell’impero nel contesto ligure. A dimostrare la notevole importanza del centro all’epoca, vi sono diverse citazioni da parte di Bruto, Cicerone e Plinio il Vecchio.
Tali baluardi erano essenziali a livello strategico, considerando che il popolo dei Liguri era indomabile e impegnò i romani per secoli, non in battaglie campali, ma in una guerriglia di valle in valle, prima di essere definitivamente piegato.
La caduta dell’impero e la conseguente conquista dei Longobardi del territorio, rappresenta un periodo di devastazione per il territorio. In seguito, Vado passò sotto il dominio di Carlo Magno, con una ritrovata prosperità e con un’importanza crescente anche nell’ambito religioso.
Verso la fine del periodo feudale, vi furono dei tentativi di accorpare la cittadina alla vicina e sempre più influente Savona. Al contempo però, il conflitto tra l’attuale capoluogo di provincia e l’ancora più potente Genova ne creò una contesa, purtroppo con i risvolti che si possono immaginare per la sua emancipazione.
In mezzo a una guerra di vasta portata e a questioni politiche che coinvolsero anche il papato, Vado Ligure fu infine accorpata con la Repubblica di Genova.
La dominazione dei genovesi segna un altro periodo di crescita per il centro. In questo lasso di tempo, infatti, si registra un consistente aumento di traffici commerciali, oltre al rafforzamento delle strutture difensive vadesi. Di fatto, l’influenza genovese rende Vado uno dei maggiori centri portuali del ponente ligure.
Nel 1797 cade la Repubblica di Genova e, in conseguenza anche alla rivoluzione francese, i territori del vadese rientrano nel Dipartimento del Letimbro. Solo un anno più tardi, però, i nuovi ordinamenti francesi vedono Vado “promosso” a capoluogo del IV Cantone.
La cittadina viene annessa ufficialmente all’impero francese il 13 giugno 1805 e, nel 1814, ed entra a far parte del Dipartimento di Montenotte. Il suo ingresso nel Regno di Sardegna avviene un anno dopo.
Nel XX secolo Vado Ligure è protagonista di un forte sviluppo industriale. Dalla metà del novecento, poi, sono diverse le industrie che si installano nella zona. Tra di esse, figura anche la centrale termoelettrica Enel che, con le sue due ciminiere (alte circa 200 metri) diventano una sorta di simbolo del boom industriale vadese.
Molti anziani ricordano le montagne di carbone a cielo aperto piazzate nei siti intorno alla centrale e rammentano l’acre odore che aleggiava nella vallata. Tali esalazioni erano causate dalle molteplici attività che davano lavoro a oltre 3.000 maestranze fino ai primi anni del 1900.
Fabbriche di colla, cremor di tartaro e, curiosità divertente, la produzione a livello industriale di scope di erica. In dialetto locale chiamta “brugo” pianta che, seppur spontanea nella flora mediterranea, ha costituito rilevanza nell’economia artigianale. Anche la sua radice, detta “radica” è usata per molteplici finalità, dalla mobilia al camino per pipe.
Oggi è di discreta importanza il suo porto per i traghetti, destinazione la Corsica e la Sardegna, oltre al traffico di container che smistano merci provenienti dal nord Italia e nord Europa.
Lungo il torrente Segno, sul versante meridionale della Rocca dei Corvi, è situato quella che oggi è la frazione di Segno. Questo piccolo contesto urbano, in realtà, fino a meno di un secolo fa era un comune a sé stante.
La frazione, che include diverse località, presenta una lunga cronaca alle spalle. La sua esistenza, grazie a documenti presenti negli archivi storici, è accertata almeno dall’anno 1004. In questo periodo il centro risulta già indipendente per quanto riguarda amministrazione politica e religiosa nei confronti di Vado.
Presso tale località, poi, nel XI secolo viene eretta una struttura fortificata (il castello di Segno) dai marchesi Del Carretto, famiglia potentissima di origine Aleramica, che estendeva i suoi domini dal ponente ligure al basso Piemonte
Della fortificazione, teatro di un’accesa contesa con Noli, oggi non restano che poche rovine. La comunità di Segno è stata infine inglobata a Vado nel 1929.
Fino ai primi del novecento, il vicino comune di Quiliano poteva vantare una striscia di terreno che permetteva allo stesso di avere un contatto con il mare.
Una singolare servitù, ma importantissima per l’economia locale e sicuramente con una contropartita di cui non conosciamo l’esistenza. Questo territorio, noto come località Murate, permetteva ai locali di accedere alla merce proveniente dalle imbarcazioni commerciali senza pagare di dazi comunali.
Questa zona, in seguito alla costruzione della linea ferroviaria Genova-Ventimiglia, venne poi inglobata con il comune di Vado dal 1908.
Nonostante Vado Ligure non sia una cittadina particolarmente votata al turismo, questo comune offre diverse opportunità per chi si trova a soggiornare in tale località. Non stiamo parlando solo di crocieristi, numerosi visti i collegamenti con la Sardegna che partono proprio da qui, ma anche di chi vuole esplorare il savonese scegliendo un luogo soggiorno […]
Ancora una volta utilizziamo quella speciale “macchina del tempo” che è il libro scritto da Gio. Bono Ferrari, ovvero “L’eroica epoca della vela“, per immergerci in una lettura di cronache scritte e riflessioni del letterato, nei primi del novecento rispetto alla cittadina di Vado Ligure. Per rispetto dell’autore e per godimento del lettore, non sarà […]
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