Il Lumassina è un vino ligure che viene prodotto nei vitigni dislocati in una specifica area della provincia di Savona, tra Noli e Finale Ligure. La sua preponderanza vinicola – e non solo – è rispecchiata, tra le altre cose, anche dalle denominazioni che gli vengono attribuite.
Basti pensare che, a seconda della zona interessata, riceve un’etichettatura diversa. A Varigotti, per esempio, è noto come Mataòssu, complice la sua caratteristica che non gli consente mai di raggiungere la piena maturazione; nel comune di Quiliano, invece, viene chiamato Buzzetto per via dell’abitudine di vendemmiare, in quel particolare vitigno, quando le uve sono leggermente acerbe.
Per quanto riguarda, poi, l’appellativo ufficiale, il discorso cambia ulteriormente e si palesa con Colline Savonesi IGT. Una conferma, quindi, qualitativamente certificata per la sua rispettabilissima posizione all’interno del relativo ambito di riferimento.
Storia e caratteristiche del Lumassina
Arrivare a certi livelli di riconoscibilità (oltre che di impiego) richiede un processo storicizzato che fa leva su determinate proprietà esclusive. E nel caso del Lumassina, il discorso in tal senso si presenta pieno di peculiarità degni di attenzioni.
Le prime testimonianze storiche risalgono al 1300 collocando il vitigno in questione nella zona di Genova; tuttavia, per delle documentazioni in calce occorrerà attendere qualche secolo in più. Risalgono, infatti, alla fine del 1800 le prime esperienze nero su bianco di questo vino tipico ligure, ormai pronto ad un ribalta di tutto rispetto. Ed il merito di predetto lavoro va al conte Giuseppe di Rovasenda e al bollettino Ampelografico del 1883, fonti per un progressivo utilizzo massiccio.
Andando, poi, ad esaminare quelle che sono le caratteristiche del vino ligure, si notano subito il suo colore giallo paglierino e il sapore secco. Inoltre, la sua acidità è il risultato di un percorso di maturazione basato su un grappolo spesso e compatto, parte integrante di uno splendido vitigno. Profumato e dalla foglia medio-grande, il punto di origine vanta un’originalità strutturale capace di donare il là a una trasformazione multisensoriale.
E ad implementare l’esito definitivo, ci pensano le uve a bacca del medesimo colore, un accorgimento autorizzato e raccomandato dalla stessa provincia di Savona. Unione di intenti, quindi, ed abilità operativa per una vinificazione adattabile persino per lo spumante, qualora la platea commerciale desideri ciò a gran voce.
I migliori abbinamenti culinari del vino ligure
Va detto che il Lumassina si abbina alla perfezione a numerosi piatti della cucina ligure. Tra questi, non possono di certo mancare i frisceu (frittelle di verdure), le verdure ripiene, la panissa e la farinata. Così come le portate a base di lumache, le quali influenzano tanto il nome di questo saporito vino locale. Per altri antipasti, primi e secondi ad hoc, poi, si può optare per un elenco pressoché sconfinato.
Gattafuin, insalata russa, cavolfiori e finocchi alla besciamella, potage di rape, minestra di verdure, coda di rospo, alici, sgombri e sardine. Insomma, una gamma di possibilità per deliziare il proprio palato assaporando gli aromi e le sensazioni grasse di ogni pietanza.
A condizione, però, che il vino venga servito ad una temperatura di 10° C in bicchieri a calice con stelo alto. Una soluzione congeniale, che fa il paio con la sua posizione coricata negli scomparti più bassi di una cantina; con una temperatura costante tra i 10 e i 14° C, il suo valore aggiunto rimarrà una garanzia.