Storie marinare #6 – Borgio Verezzi

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Come molti articoli che abbiamo dedicato agli “eroici anni della vela”, quando ancora non esisteva la ferrovia e i vari paesi della costa ligure, che ci piace chiamare “riviera di ponente”, erano collegati grazie alla via romana conosciuta come “Via Aurelia”, con tutti i rischi e le difficoltà del percorso terrestre e, molto più celermente per i grandi carichi, con le navi a vela.
Ebbene, anche in questo caso abbiamo ripreso integralmente il testo dal libro citato in fondo al testo, sia per il motivo che si percepisce quel gradevole modo di scrivere degli anni trenta, sia perché sulla cittadina di Borgio Verezzi, vi era un capitolo striminzito e pertanto non necessitava di sintesi.

Le storie marinare di Borgio Verezzi

In una piana contornata da frastagliate montagne si alza, un po’ distante dal mare, una dolce collina tutta verde, alla cui sommità se ne sta una chiesa contornata da due companili e serrata torno torno da case e casette all’uso proprio di un vecchio maniero di manzoniana memoria. Il tutto forma l’abitato di Borgio Verezzi. Se visto dal mare, e da lontano, da l’impressione di qualche romito e capace monastero dell’Egeo. Se osservato da vicino o dal treno in corsa, sembra invece, e lo è, un piccolo paese da presepe.

All’epoca della vela e prima che la Riviera del ponente avesse la strada ferrata, molte tartane e feluche ponentine si recavano sulla spiaggia di Borgio Verezzi per la caricazione degli olii, che il contado produceva in abbondanza. Acquistavano inoltre degli interi carichi di ortaggi che trovavano facile smercio ad Oneglia ed a San Remo. A quei tempi vi fu nel borgo anche qualche padrone di battelli di piccolo cabotaggio. Ebbe inoltre dei buoni marinai addetti alle tonnare controllate allora dagli alassini.

Altri suoi uomini, dopo dei lavori invernali nei frantoi e nei campi, lavoravano con quei di Noli alla pesca del corallo.
Altri ancora navigarono a bordo di quei tipici velieri del ponente, che erano chiamati “ferrantini”. Pur essendo piccolo paese, allepoca della grande emigrazione (1865), contava soltanto 384 abitanti; anche da Borgio Verezzi qualcuno prese la via dell’America, e ad oggi (1940) a Buenos Ayres ed a Bahia Blanca e a Quilmes vi sono argentini che portano i tipici cognomi di questa calanca ponentina.

(tratto dal libro “L’epoca eroica della vela – capitani e bastimenti di Genova e della Riviera di ponente nel secolo XIX” scritto da Gio. Bono Ferrari, 1941 Rapallo – Arti Grafiche Tigullio).

Maggio 28, 2019
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