Il centro storico di Borghetto Santo Spirito e i suoi segreti

via del centro storico di Borghetto Santo Spirito

Effettivamente dover indicare “cosa vedere a Borghetto” è difficile anche per me, che ci sono nato e cresciuto. Forse chi viene da fuori potrebbe essere più adatto a scrivere questo articolo, ma ci proveremo ugualmente, anche perché io sono un po’ innamorato del mio paesello.

Approfondiamo dunque la conoscenza di quello che è il centro storico di Borghetto Santo Spirito. Una fortezza albenganese edificata nel 1310 per “controllare” il nemico Loano, inizialmente in pianta quadrata, con una via principale (Via Roma) e due vie parallele, di cui una fu demolita con tutta la fila di case annesse, in quanto pare che il mare (a quei tempi) giungeva troppo a ridosso e fosse un problema per le fondamenta.

Altre fonti parlano di una carenza di cittadini che volessero insediarsi. Erano tempi pericolosi. Inizialmente contava circa 100 “fuochi” (famiglie) in parte costrette a diventare abitanti ed altri a cui furono donate terre da coltivare pur di risiedere in questo nuovo aggregato urbano.

Piazza Madonna della Guardia (Borghetto Santo Spirito)

Il centro storico di Borghetto Santo Spirito: alcuni particolari che in pochi conoscono

Così, questa roccaforte un po’ sbilenca, ma inespugnabile, diede riparo ai borghettini quando gli avventurieri dell’Africa imperversavano con le loro scorribande, rubando, uccidendo e facendo schiavi. Come pure resistette ai numerosi terremoti, grazie a quei caratteristici archetti che “legano” le fila di case, con una struttura davvero affascinante e che creano giochi di luci e di ombre a tutte le ore.

Il paese aveva due grandi porte. Una direzionata ad Est (verso Loano) e una ad Ovest (verso Albenga) oltre a altre due porte minori, verso il mare (Via Colombo) e verso i monti (Via A. Diaz) La grande porta ad Est era simile a quella che si affaccia alla Piazza Madonna Della Guardia, ma si racconta che il generale napoleonico di stanza proprio nel nostro paese, la fece abbattere per posizionare un grosso cannone nella via centrale e poter regolare il suo “alzo” contro le linee nemiche arroccate a Loano.

Girare per i caruggi, termine usato per le viuzze interne, senza fretta e con attenzione, farà scoprire particolari interessanti. Sopra molti portoni di casa, potrete notare delle strane inferriate con due lettere dell’alfabeto. Erano le iniziali del padrone di casa (probabilmente il primo) che spiccano come uno stemma nobiliare. Oppure si intravvedono, in alcuni angoli delle mura primarie che un tempo abbracciavano tutto il borgo, i camminatoi per le sentinelle. O le feritoie a bocca di lupo per scagliare, protetti, le frecce contro il nemico.

Lo sguardo deve essere attento per individuare particolari a volte poco visibili.

La trifora, il vecchio municipio e il torrione

Ad esempio, si può passare nella via centrale (Via Roma) senza accorgersi della magnifica trifora rinvenuta sotto l’intonaco della facciata, durante alcuni lavori di restauro. Chissà quante altre bellezze sono nascoste dai vari strati che nel tempo li hanno ricoperte.

In Via Cavour è quasi invisibile la scritta “Municipio”, edificio che, dopo diverse traversie, è tornato di proprietà comunale ed aspetta di essere adeguatamente utilizzato. Non ricordo di esserci entrato, ma chi lo ha fatto, racconta di pregevoli stucchi e disegni che ornano il soffitto.

In Via Marexiano spicca il torrione che affiancava originariamente il mulino del paese e tale zona porta ancora il nome della “ruassa” dal dialetto “grande ruota”.
Il centro era dotato di ogni servizio adeguato all’epoca, come, oltre al mulino, un forno comunale. la chiesa ed un ricovero per i viaggiatori e i loro animali che, giunti nella serata, aspettavano il giorno dopo, quando si sarebbero riaperte le porte del paese.

Trifora centro storico Borghetto

Esisteva anche un impianto idrico che riforniva le fontanelle del centro rendendo sicure le abitazioni anche in caso di breve assedio. Bastava resistere un giorno e le armate di Albenga, avvisate forse tramite segnali luminosi, sarebbero arrivate a dar manforte. Di quell’impianto è ancora visibile, ma difficilmente individuabile, uno sfiatatoio, probabilmente in bronzo, sito in Via Marexiano. Esso, posizionato ad una altezza di circa due metri e mezzo, fungeva da valvola di sfogo dell’aria lasciando libera la condotta.

Il centro storico di Borghetto Santo Spirito nasconde tante peculiarità che sfuggono agli stessi indaffarati cittadini attuali, ma che sono davvero curiose e, per chi ama queste ricerche, sicuramente riuscirà a trovarne molte altre.

Peccato che le memorie storiche, le famiglie indigene del paese siano quasi tutte “passate oltre” o emigrate altrove. Un giorno ben poco resterà della quotidianità di Borghetto S. Spirito cancellata per sempre, a differenza dei paesi vicini che hanno ripreso a tramandare storie, leggende, fatti anche banali, ma che sono l’ossatura di una comunità.

Marzo 28, 2021
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