Tra le strade, le colline e i centri storici del finalese vi sono tracce di una storia millenaria che ben pochi conoscono.
Stiamo parlando della dinastia Aleramica, una delle più influenti famiglie nobiliari del Medioevo italiano, la cui eredità ha profondamente segnato il territorio savonese, lasciando un patrimonio di opere e tradizioni che ancora oggi influenza l’identità locale.
Gli Aleramici, di origine franca, si affermarono nel X secolo grazie ad Aleramo, che ricevette dall’imperatore Ottone I la Marca Aleramica, un vasto territorio strategico per la difesa contro le incursioni saracene . La Marca venne poi suddivisa tra i suoi discendenti, dando origine ai rami del Monferrato e di Savona. Sotto la guida di Anselmo I, il ramo savonese ebbe come centro la città di Vado, che presto cedette il ruolo di fulcro amministrativo e religioso a Savona, divenuta sede episcopale e cuore pulsante del potere aleramico nella Liguria occidentale.
Aleramici nel savonese: opere ed espansione
La dinastia Aleramica non si limitò a governare, ma promosse attivamente la crescita del territorio. I marchesi di Savona, tra cui spicca Enrico del Vasto, ottennero nel 1162 dall’imperatore Federico Barbarossa l’investitura ufficiale della marca, che si estendeva dalla costa ligure fino alle valli dell’entroterra, spaziando dal basso vercellese al savonese, con l’area costiera inclusa fra Finale Ligure e Cogoleto.
Gli Aleramici hanno influenzarono in diversi modi lo sviluppo della zona. In primis, gli stessi fondarono diversi monasteri e abbazie, come l’abbazia di San Quintino a Spigno (nel Monferrato), che divennero centri spirituali e culturali per il popolo della zona.
Non solo: questa dinastia si occupò anche della costruzione di castelli e fortificazioni sia lungo la costa che nell’entroterra, con strutture a difesa dei territori e delle vie di comunicazione. Queste strutture, spesso sorte su antichi insediamenti romani o longobardi, sono ancora oggi visibili nei borghi della nostra provincia. Gli Aleramici esercitarono un potere capillare, spesso in collaborazione con il clero locale. La presenza della cattedra episcopale a Savona rafforzò il legame tra autorità religiosa e potere laico, creando un modello di governo che influenzò profondamente la vita sociale e politica della zona.
I membri della dinastia seppero anche adattarsi ai cambiamenti: con la nascita dei comuni e l’ascesa di nuove forze cittadine, molti rami degli Aleramici si integrarono nella nobiltà urbana di Savona e Genova, continuando a esercitare un ruolo di primo piano nella gestione delle risorse e nella difesa del territorio.
L’eredità culturale e artistica
Come già accennato, l’influenza degli Aleramici non si esaurisce nel solo ambito politico. La loro azione favorì la diffusione di stili architettonici romanici e gotici, visibili ancora oggi nelle chiese, nei palazzi e nei centri storici di diverse località savonesi. La promozione di scuole, monasteri e ospedali contribuì ad elevare il livello culturale della popolazione e a creare una rete di solidarietà che caratterizzò la società nel periodo medioevale.
Con il passare dei secoli e l’affermazione delle autonomie comunali, la potenza degli Aleramici andò riducendosi gradualmente. Alcuni rami, come i Del Carretto, continuarono a esercitare un certo potere fino al XVII secolo, mentre altri si integrarono nelle nuove strutture politiche locali o si trasferirono in Sicilia, dove acquisirono un rinnovato prestigio. Tuttavia, la loro impronta rimase indelebile nel tessuto sociale, economico e culturale della provincia di Savona.