Ellera è una frazione di Albisola Superiore che nonostante lo status attuale, fino al 1929 era un comune indipendente.
Il borgo, che attualmente conta circa 500 abitanti, è situato sulla sponda destra del torrente Sansobbia, a metà strada tra la suddetta cittadina del savonese e Stella.
Il centro, le cui origini sembrano risalire all’alto medioevo, ha una storia non indifferente alle spalle oltre a una serie di strutture dal grande valore storico.
Di fatto, per gli amanti di storia e architettura che si chiedono cosa vedere ad Albisola Superiore e dintorni, Ellera rappresenta una tappa pressoché d’obbligo.
Ellera, un borgo tutto da scoprire
L’importanza storica di questo centro abitato è chiara valutando la sua stessa posizione. La collocazione infatti, dimostra come Ellera era, nei tempi antichi, un borgo molto più difficile da conquistare rispetto alla vicina Alba Docilia, oggi nota come Albisola.
Con i continui saccheggi perpetrati dai pirati saraceni sulla costa savonese e le pianure vicino alla costa insalubri, furono molti i cittadini che decisero di trasferirsi in questo borgo, più protetto e sicuro.
Nel corso del Cinquecento, il centro andò gradualmente ingrandendosi, grazie alle varie colture che consentivano una sopravvivenza agli abitanti, con varie borgate che facevano comunque riferimento ad Ellera come:
- Barletto
- Canavisse
- Magrania
- Magrini
- Marroni
- Olmo
- Pernigari
La zona infatti, risultava piuttosto importante nel contesto della produzione di olio e olive. Sfruttando il già citato torrente Sansobbia infatti, vi erano diversi mulini che permettevano di attivare le macine per la spremitura delle olive.
Gli stessi, nei secoli successivi, vennero poi utilizzati per la macinazione e la preparazione dei colori necessari alla produzione della famosa ceramica prodotta ad Albisola riconosciuta in tutta l’Europa.
Dal dominio della Santa Sede alla battaglia napoleonica
Il territorio di Ellera fece parte dei possedimenti della Santa Sede, attraverso l’abbazia di San Colombano di Bobbio (Piacenza). La storia più recente, poi, vede questa zona teatro di un’importante battaglia napoleonica.
Nel 1876 infatti, negli eventi legati alla Battaglia di Montenotte, il vicino Monte San Giorgio fu teatro di un attacco da parte dell’esercito francese nei confronti degli austriaci, con i primi usciti vittoriosi dallo scontro.
L’architettura di Ellera
Con una storia così lunga alle spalle, il borgo di Ellera presenta ancora costruzioni che mostrano il suo passato. Tra di esse, spiccano due strutture religiose piuttosto importanti.
La Chiesa di San Bartolomeo è un edificio realizzato nel 1628. Essa presenta stucchi settecenteschi e quadri di Del Vivo, oltre agli affreschi dedicati al santo presenti sul soffitto
La Chiesa di Santa Maria Maddalena invece, è più lontana rispetto al borgo, risultando anche la più antica: è stata infatti eretta nel X secolo. Questa struttura si adagia su uno sperone di roccia, dando il benvenuto ai visitatori che giungono da Albisola.
Secondo le leggende locali, tale chiesa è stata fondata da un eremita che, tra le altre cose, portò la coltivazione dell’ulivo ad Ellera.
Feste e tradizioni
Particolare manifestazione che accomuna un po’ tutti gli abitanti di Ellera è la festa nel periodo natalizio. In quella occasione le famiglie si adoperano per addobbare i portoni e le strade si affollano di banchi con proposte di bevande calde e frittelle.
Ad arricchire la giornata anche la possibilità di acquistare prodotti dei vari artigiani che si danno appuntamento con le loro manifatture.
Altra attrattiva del piccolo borgo sono i pannelli, oltre cinquanta, che contribuiscono a creare una mostra a cielo aperto. Esposizione gratuita grazie alle donazioni di artisti di tutto il mondo coinvolti dalla famiglia Poggi, artisti della ceramica. Nomi altisonanti che valorizzano non solo i muri che li ospitano, ma tutto il piccolo centro.
Prima della pandemia l’associazione Lino Berzoini organizzava nel periodo estivo un percorso guidato per facilitare la visione dei pannelli in modo coordinato. Speriamo che tali iniziative culturali tornino a prendere vita e si possa godere dell’arte in un ambiente naturale.