Tra i tanti luoghi di interesse situati entro il territorio di Finale Ligure, la Caverna delle Arene Candide rappresenta una meta tanto preziosa a livello archeologica, quanto sconosciuta ai più.
Situata sul promontorio della Caprazoppa, a circa 90 metri sul livello del mare, la grotta deve il suo nome a una grande duna di sabbia bianca (“arena candida”) che, trasportata dal vento, si accumulava alla base della parete rocciosa fino agli inizi del Novecento.
La caverna si apre con tre grandi ingressi che la rendono luminosa e asciutta, caratteristiche che hanno favorito la frequentazione umana per oltre 30.000 anni, dal Paleolitico superiore (circa 34.400 anni fa) fino al VII secolo d.C.. Questa lunga e ininterrotta presenza ha lasciato una stratigrafia archeologica di circa dieci metri, la più completa e studiata del Mediterraneo occidentale.
Grotta Arene Candide: la grande scoperta archeologica
Gli scavi, iniziati nell’Ottocento da Arturo Issel e proseguiti nel Novecento da Luigi Bernabò Brea e Santo Tinè, hanno portato alla luce oltre venti sepolture paleolitiche, tra cui la celebre tomba del “Giovane Principe”: un ragazzo di circa 15 anni, vissuto 28.000 anni fa, sepolto con un ricco corredo e cosparso di ocra rossa, simbolo rituale legato probabilmente al sangue e alla vita. La posizione dei corpi, distesi sulla schiena in semplici fosse, e la presenza di oggetti di prestigio, suggeriscono un complesso sistema di credenze e rituali funerari.
Nel Neolitico, la caverna fu utilizzata sia come abitazione sia come stalla e luogo di sepoltura: la maggior parte delle tombe neolitiche del territorio finalese proviene proprio da questo sito. In epoca romana e bizantina, invece, la grotta fu adibita a magazzino per la conservazione delle derrate alimentari, come testimoniano i reperti ceramici rinvenuti negli strati superiori.
Oggi la Caverna delle Arene Candide è gestita dal Comune di Finale Ligure e dal Museo Archeologico del Finale. Dopo i recenti lavori di messa in sicurezza, il sito è regolarmente aperto al pubblico, con visite guidate che permettono di immergersi nella storia millenaria della grotta e dei suoi antichi abitanti.
Per raggiungere la grotta, il percorso più comune parte a piedi dalla stazione ferroviaria di Borgio Verezzi. Da lì si segue la segnaletica che indica Via della Cornice e si prosegue lungo la vecchia Strada Napoleonica, che conduce direttamente davanti al cancello del sito archeologico. Il cammino dura circa 30-40 minuti ed è consigliato indossare scarpe comode, poiché il percorso include tratti su asfalto e sentieri in salita e discesa nel bosco.
Un santuario della preistoria europea
Al Museo Archeologico del Finale, situato nei chiostri di Santa Caterina a Finalborgo, sono esposte le ricostruzioni della necropoli paleolitica e della sepoltura del Giovane Principe, oltre ai principali reperti provenienti dalla caverna: strumenti in pietra, oggetti di ornamento, resti animali e umani che raccontano la vita quotidiana e le pratiche spirituali dei nostri antenati.
La Caverna delle Arene Candide è considerata un “santuario” della preistoria europea non solo per la quantità e qualità dei reperti, ma anche per la straordinaria documentazione delle trasformazioni culturali, ambientali e sociali avvenute nel corso dei millenni.
Gli studi condotti qui hanno permesso di ricostruire le abitudini alimentari, le tecniche di caccia, le pratiche agricole e i rituali funerari di popolazioni che hanno abitato la Liguria in epoche remote. Le ricerche continuano ancora oggi, con campagne di scavo che coinvolgono archeologi italiani e internazionali, a testimonianza del valore scientifico e culturale di questo sito unico nel suo genere.
Visitare la Caverna delle Arene Candide significa compiere un viaggio affascinante alle origini della civiltà, in un luogo dove la natura e la storia si intrecciano in modo indissolubile.