CarnevaLöa, il grande carnevale di Loano

carnevale di loano

Il carnevale di Loano è conosciuto anche come CarnevaLöa , termine coniato unendo la parola carnevale al nome dialettale della cittadina, ovvero Löa.

Questa manifestazione nasce agli inizi del novecento, probabilmente dopo la prima grande guerra, quale motivo per divertirsi in allegria, prendendo spunto da sfilate già affermate in altre città. Si hanno foto di repertorio che dimostrano l’ingegno degli abitanti nel costruire carri allegorici trainati, a quel tempo, da muli e buoi. Già allora, dunque, si trattava di uno degli eventi più importanti di Loano.

Oscure vicende, forse legate alla seconda guerra mondiale, interruppero questa manifestazione più volte, lasciando un vuoto che viene colmato solamente nel 1992, quando un manipolo di volenterosi, riprende a organizzare costantemente la sfilata. Il luogo dove vengono costruiti i carri è una vecchia fabbrica abbandonata e sicuramente non si presenta come una location confortevole. Nonostante ciò, i volontari si prodigarono apportando migliorie e d accumulando esperienza nell’arte della cartapesta.

Anno dopo anno la sfilata si confermava sempre più come un evento atteso nella riviera di ponente. Già nel primo decennio, grazie anche alla sapiente organizzazione dell’associazione Vecchia Loano e delle lungimiranti amministrazioni comunali che si sono susseguite, la partecipazione della gente si estendeva anche nelle regioni vicine.

A Loano sono orgogliosi di affermare che è il più grande carnevale della Liguria e ne hanno ben donde.
Si sono conteggiate fino a quarantamila presenze nel corso invernale, mentre nella sfilata estiva, che si svolge solitamente in luglio e nelle suggestive ore notturne, ben oltre.

CarnevaLöa, il carnevale di Loano e la cartapesta

Parlare di cartapesta è forse un termine improprio per il carnevale di Loano. Questa affermazione deriva dal fatto che tale antichissima tecnica ha un procedimento particolare che si usa ancora a Viareggio e in altri grandi carnevali, ma il costo è eccessivo.

La vera cartapesta, come dice lo stesso nome è il metodo che si usa di pressare la carta, precedentemente lasciata a macerare, dentro calchi in gesso ottenuti su vere e proprie sculture. Dette sculture in argilla sono modellate sopra delle seste di giunchi e lasciate asciugare prima di effettuare lo stampo. Nella figura 1 possiamo vedere proprio quanto citato, partendo dalla sesta, al calco in gesso, fino al prodotto finale, (seppure non dello stesso soggetto).

CarnevaLoa - Figura 1
Figura 1

In occasione del carnevale di Loano, i carri allegorici vengono costruiti con materiale povero. Nonostante ciò il sistema resta lo stesso rispetto a Viareggio.

Pertanto ci si industria con i mezzi a disposizione, come il tondino di ferro da 6 mm che viene piegato facilmente a mano, dandogli una prima forma del soggetto voluto. Tale tondino servirà per sorreggere la rete metallica (quella da pollaio per intenderci) sulla quale viene poi applicata la carta di giornale, in più strati, con una composizione di colla da parati e Vinavil. Una volta asciugata, la carta raggiunge una consistenza incredibile e, se si è fatto poco uso dei materiali ferrosi, il suo peso è minimo.

La maestria dei carristi sta nel dare alla rete sopracitata, le forme volute. Tale rete, ad esagoni solitamente di 2,5 centimetri per lato, si presta moltissimo ad essere modellata. Il tocco finale è il colore, che da risalto ai volumi e alle forme. Nella figura 2 e nella figura 3, possiamo vedere un “tigro e uno “snoopy” durante la costruzione e in sfilata.

CarnevaLoa Figura 2
Figura 2

La sfilata di Loano

Le due sfilate che costituiscono il carnevale di Loano hanno una motivazione. La prima è destinata a stabilire, tramite una giuria popolare, il carro vincitore tra i borghi di Loano.

La seconda tornata, solitamente la domenica dopo, decreta il vincitore tra i Comuni partecipanti. Chiaramente Loano resta fuori concorso, pur facendo nuovamente uscire tutti i carri.

Questa manifestazione è patrocinata e finanziata in maggior parte dal Comune della stessa città che, sicuramente, ne trae un ottimo vantaggio a livello di immagine e pubblicità. Partecipano numerosi anche sponsor privati, consci del fatto che il loro marchio è visto da decine di migliaia di persone, oltre alle visioni tramite i video e le foto che vengono condivise sui social.

I borghi loanesi e i comuni che si sfidano

I borghi di Loano che prendono parte a CarnevaLöa sono:

  • A maina de Loa (tradotto dal dialetto, la marina di Loano)
  • Prigliani
  • Borgo di Dentro
  • Meceti; Mazzocchi
  • P.zza Rocca G.S. Team

I Comuni variano a seconda degli anni, ma si tratta comunque di paesi vicini, anche per la difficoltà del trasporto ingombrante in caso di costruzione autonoma o della possibilità di lavorare nel nuovo capannone adibito praticamente a tale scopo, in Via Magenta a Loano.

CarnevaLoa Figura 3
Figura 3

Le maschere di Loano

Non potevano mancare, quale delizioso contorno, le maschere locali. Regolarmente registrate all’albo nazionale delle maschere italiane, alla stregua di Arlecchino, Brighella, Dottor Balanzone e Pulcinella.

In occasione del CarnevaLöa, fanno sfoggio dei loro costumi, accompagnando i corsi mascherati, U Beciancin; Puè Pepin; Capitan Fracassa e infine la Principessa Doria, piacevole figura che si aggancia alla presenza storica della casata Doria nella cittadina che governò per tantissimo tempo.

U Beciancin

U Beciancin è un personaggio che, si narra, fosse realmente esistito, ma del quale non si hanno dati certi. Un classico paesano gioviale che si divertiva a individuare le coppiette appartate ad amoreggiare e a innaffiarle con un annaffiatoio da giardino. Da li, l’armamentario completo del personaggio comprende anche quello strumento. Pare che si chiamasse Vincenzo e, storpiandolo dialettalmente, diventava “Cin”.

Il nome della maschera prende completezza, sempre secondo la tradizione, dal fatto che i giovanotti del paese si divertivano a segnalargli quando qualche coppia cercava un po’ di intimità allontanandosi. “I becian… Cin!” Era il segnale, da qui il suo soprannome.

Il costume è di un rosso sgargiante sia per i pantaloni che per il mantello. Ha un corpetto scuro, il cappello alla ligure e la maschera in cuoio, classica della commedia dell’arte, costruita appositamente da un noto artigiano loanese. Chiaramente non gli poteva mancare la temutissima “rigadea” (annaffiatoio) con il quale importunava le povere coppiette in intimità.

Puè Pepin

Puè Pepin è un personaggio di “spalla” adottato dopo l’ultima guerra a simbolo della cittadina, quando il re del carnevale apriva la sfilata a cavallo e per identificarlo con Loano, ha il vestito raffigurante l’emblema stesso, ossia l’antica torre dell’orologio.

Soggetto che è anche stato realizzato in cartapesta (la torre) e che tutti gli anni sfila per aprire il corso mascherato.

Capitan Fracassa

Capitan Fracassa, che potrebbe, ma ne dubito, avere qualche attinenza con il personaggio del romanzo francese di Thèophile Gautier (Le Capitain Fracasse) è un protagonista di rocambolesche avventure nel XI secolo, nome per intero Capitan Rodomonte di val d’Inferno. Si tratta di un capitano di ventura spagnolo che sarebbe arrivato in Liguria durante la dominazione spagnola e millantando fantastiche battaglie e rocambolesche, quanto fantasiose, avventure di armi ai danni dei mori.

In poche parole un istrionico smargiasso, sempre pronto alla ribalta e a far divertire gli astanti, che si avvicina come stile alla maschera di Borghetto Santo Spirito (personaggio realmente esistito negli anni sessanta, detto U Cillu) da poco entrata a sua volta nell’albo nazionale delle maschere italiane.

Principessa Doria

La Principessa Doria, come già accennato è una figura femminile che impreziosisce la manifestazione con la sua bellezza e la sua eleganza. Allo stesso tempo, essa rimarca il grande predominio che la casata dei Doria ha avuto sull’economia e sulla struttura stessa della città.

https://www.facebook.com/laboratorioponteprino/videos/2004076193181320/

 

Considerazioni finali

Ogni anno l’appuntamento con CarnevaLöa è atteso dalla gente locale e da turisti che approfittano di una manifestazione gioiosa per riversarsi al mare e godere del piacevole clima della nostra Riviera che, ben poche volte, ha tradito l’appuntamento con giornate uggiose.

Per un certo periodo e in modo inconcepibile, questa manifestazione faceva pagare un biglietto d’ingresso che, seppur minimo, era comunque assurdo, perché lo spettacolo “vero” era vedere i carri attorniati da quella marea di gente (fino a quarantamila presenze ufficiali).

Da alcuni anni è tornata con l’ingresso libero e soprattutto l’associazione è grata ai grandi e piccini che si presentano a loro volta in maschera, facendo parte così anche loro di un grande spettacolo ligure.

Con l’avvento dei social è facile seguire i programmi e le eventuali variazioni dovute ai mutamenti metereologici. Spostamenti di date obbligatorie in caso di pioggia, perché in fondo stiamo parlando di semplici castelli di… CARTA.

Febbraio 4, 2020
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